Gambero rosso di Mazara del Vallo: cenni storici, modalità di pesca e mercato

Lo chiamano il nuovo “oro rosso”, è un prodotto ittico dalle eccezionali qualità e proprietà organolettiche: parliamo di “sua maestà” il gambero rosso di Mazara del Vallo.  Il gambero rosso di Mazara del Vallo è uno dei prodotti ittici più conosciuti e apprezzati nelle cucine di mezzo mondo. Da qui la necessità di una sua adeguata valorizzazione che tenga conto delle difficoltà per la sua pesca, e di un radicato patrimonio di conoscenze, e della cultura marinara, fra tradizione ed innovazione, che contraddistingue la Città di Mazara del Vallo che a partire dalla fine degli anni ’60 ha accolto giovani lavoratori dalla vicina Tunisia che hanno trovato la loro naturale accoglienza nello splendido centro storico della Città che presenta le caratteristiche di una vera e propria “medina” risalente al periodo della dominazione araba in Sicilia. Cosicchè il peschereccio di Mazara del Vallo con il suo equipaggio misto (oggi oltre ad autoctoni e originari del Maghreb, anche pescatori originari dell’Africa Subsahariana e perfino indonesiani) è divenuto un vero e proprio esempio di integrazione. Un sistema quello della pesca del gambero rosso di Mazara del Vallo che si regge su un delicato equilibrio coniugando sostenibilità economica, sociale ed ambientale e ambientale.

La scoperta del pregiato crostaceo è legata infatti a doppio filo a quella della marineria della Mazara del Vallo, capitale della pesca del Mediterraneo. Sono stati infatti i suoi pescatori alla fine degli anni ’80 a pescare per primi il gambero rosso, prima di allora i pescherecci mazaresi erano soltanto impegnati nella pesca da banco, soprattutto di triglie, calamari e merluzzi. La pesca del gambero rosso viene esercitata storicamente nei fondali sabbiosi, fino a 800 metri di profondità, del Mediterraneo centrale, ed in particolare nelle acque internazionali antistanti la Libia; la sua pesca negli anni si è estesa pure nelle zone a ponente della Sicilia, fino al Mar Tirreno, e anche a est nei lontani areali di pesca del Mediterraneo orientale. Una “bordata” di pesca a gambero rosso (l’intervallo di tempo fra l’uscita e il rientro in porto del peschereccio) può pertanto variare da 30 giorni fino a due mesi. Ad ogni “cala” (singola attività di pesca esercitata con delle grandi e lunghe reti alle cui estremità vi sono un anti-sacco ed un sacco ove si raccoglie il pesce pescato) si pescano fino a 50 kg di pesce, per un totale massimo di 200 kg al giorno; il prodotto appena congelato viene congelato a bordo degli stessi pescherecci, per poi esser definitivamente “lavorato” e “confezionato” una volta sbarcato a terra. In considerazione anche del ciclo riproduttivo, il periodo migliore per la pesca del gambero rosso è quello da marzo ad ottobre.

Il costo del gambero rosso nel corso degli anni, pur subendo le oscillazioni relative ai mercati, si è sempre mantenuto mediamente alto e dipende, in primis dalla quantità di prodotto in commercio e da diversi fattori, i vari costi di armamento e le difficoltà oggettive per la sua pesca legate in particolare alle restrizioni, progressive negli anni, relative agli areali di pesca, vedi anche alcune aree di pesca off-limits determinate da alcuni Paesi rivieraschi e da divieti di pesca imposti, anche attraverso il sistema delle GSA, dal Governo Italiano.  Il prezzo del gambero rosso di Mazara del Vallo, che si distingue dalle altre specie per 5/6 dentelli posizionati sopra la sua testa, è stabilito secondo le sue diverse pezzature, così si distingue la “Prima”, quella relativa al gambero di dimensioni più grandi, alla II, e alla III. Nell’agosto del 2022 il prezzo di un cartone (12 kg) di gambero rosso di “prima” salì fino a 900 euro, per poi scendere nei mesi successivi fino agli attuali 650 euro.

Francesco Mezzapelle